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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

La teoria dell’assolutismo politico

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  La teoria dell’assolutismo politico → pagine 230-235 Lo stato di natura Secondo Hobbes gli individui non possiedono un naturale istinto socievole e di conseguenza la loro esistenza è caratterizzata dal cosiddetto “stato di natura”, ovvero la condizione originaria antecedente la formazione della società, in cui regna la <<guerra di tutti contro tutti>>. In essa infatti, ogni persona mira a procurarsi ciò che serve alla propria sopravvivenza e autoconservazione, perseguendo il proprio bene a scapito di quello altrui. In tale contesto non esiste limitazione al diritto dell'individuo in quanto ciascuno può possedere, usare e godere di tutte le cose che vuole e che sono a portata di mano. È dunque inevitabile la sopraffazione reciproca. L’esperienza dell’ostilità e del conflitto Secondo Hobbes, il panorama dell'esistenza umana, corrispondente a quello appena descritto, è confermato dall'esperienza di tutti i giorni. Nell'esperienza quotidia

Thomas Hobbes: domande pagine 232 e 235

  Thomas Hobbes: domande pagine 232 e 235 Pag 232 1) Quali sono i diritti di cui gode l’individuo nello stato di natura? In tale contesto, non esiste limitazione al diritto dell’individuo, in quanto ciascuno può possedere, usare e godere di tutte le cose che vuole e che sono a portata di mano. 2) In che senso lo stato di natura rappresenta un’ipotesi teorica? L’ostilità, il conflitto, la violenza e la sopraffazione reciproca sono prerogative dello stato di natura. Detto questo, bisogna precisare appunto che tale condizione non costituisce tanto una realtà effettiva e pienamente realizzata nella storia, (il che avrebbe portato all’estinzione del genere umano) quanto un’ipotesi teorica razionale su ciò che potrebbe verosimilmente accadere nella società umana, se a regolamentare i rapporti tra gli individui, non ci fosse una forma di potere superiore. 3) Quali sono i suggerimenti della ragione per garantire la sopravvivenza? Se gli uomini vogliono sopravvivere de

Hobbes e lo Stato assoluto

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  Hobbes e lo Stato assoluto (pagine 218-221) Thomas Hobbes (Inghilterra 1588-1679). La sua filosofia affonda le proprie radici in una riflessione lucida e disincantata della natura umana. Esso elabora una particolare concezione antropologica materialistica e arriva alla decisa affermazione dell’assolutismo in ambito politico. Una prospettiva teorica radicale -figura ancora oggi significativa per la radicalità delle posizioni teoriche -vissuto in uno dei periodi più sanguinosi della storia inglese, è assertore convito dell'assolutismo regio (re, per diritto divino=potere assoluto), visto come l’unico baluardo contro l’inevitabile disordine a cui la società andrebbe incontro senza un governo monarchico che assommi in sé tutte le prerogative del dominio →→ dottrina politica che lo rende importante per la tradizione occidentale Una vita nel segno della paura -compie in prima persona l’esperienza dell’individualismo e dell’aggressività di cui è capace l’animo uman

L’importanza del metodo

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  L’importanza del metodo → dal Discorso sul metodo; pagine 116-117 1) Come è distribuito il <<buon senso>> tra gli uomini? Secondo Cartesio, il buon senso è per natura eguale in tutti gli uomini. 2) Qual è  lo scopo che l’autore afferma di voler perseguire con il suo scritto? Cartesio desidera elaborare un metodo con valore universale, tuttavia scrive che non intende insegnare un metodo che possa andare bene per tutti, bensì soltanto mostrare quello personalmente utilizzato. Così facendo, rende l’esposizione più convincente e coinvolgente, mettendo in gioco anche la vicenda privata. 3) Qual è  la materia che egli prediligeva e perché? Egli prediligeva soprattutto la matematica, per la certezza e l’evidenza dei suoi ragionamenti. 4) Cartesio afferma di proporre il suo Discorso soltanto come una <<storia>> o come una <<favola>>. Chiarisci il significato di queste espressioni. Cartesio, vuole sì rivelare la prima intuizio

Dal dubbio metodico all’intuizione del cogito

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  Dal dubbio metodico all’intuizione del cogito:  pagine 108-115 Il termine “scienza” riguarda “la conoscenza” in senso generale, frutto della ragione (scienze naturali, metafisica, matematica…). Inoltre per Cartesio, la filosofia si configura come la scienza fondamentale sulla quale poggiano tutte le altre discipline. L’importanza della ragione -in un epoca di scetticismo, Cartesio ha una visione fondamentalmente ottimistica dell'impresa filosofica → conquista del sapere: non difficile se si rispettano alcune regole: es il <<buon senso>> (capacità di discernere il vero dal falso e di accostarsi alla verità) →→ capacità che tutti possiedono - inoltre non basta esser dotati di una buona intelligenza: l’essenziale è applicarla bene Il problema del metodo -regole da adoperare nella ricerca della verità, seguendo definizione delle caratteristiche essenziali del “metodo” (“via” o “sentiero”, in Cartesio indica il procedimento ordinato della rice