Thomas Hobbes: domande pagine 232 e 235

 

Thomas Hobbes: domande pagine 232 e 235


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1) Quali sono i diritti di cui gode l’individuo nello stato di natura?

In tale contesto, non esiste limitazione al diritto dell’individuo, in quanto ciascuno può possedere, usare e godere di tutte le cose che vuole e che sono a portata di mano.


2) In che senso lo stato di natura rappresenta un’ipotesi teorica?

L’ostilità, il conflitto, la violenza e la sopraffazione reciproca sono prerogative dello stato di natura. Detto questo, bisogna precisare appunto che tale condizione non costituisce tanto una realtà effettiva e pienamente realizzata nella storia, (il che avrebbe portato all’estinzione del genere umano) quanto un’ipotesi teorica razionale su ciò che potrebbe verosimilmente accadere nella società umana, se a regolamentare i rapporti tra gli individui, non ci fosse una forma di potere superiore.


3) Quali sono i suggerimenti della ragione per garantire la sopravvivenza?

Se gli uomini vogliono sopravvivere devono evitare la lotta indiscriminata di tutti contro tutti e porre dei freni al proprio diritto soggettivo e alla illimitata libertà di ciascuno; si tratta di un’esigenza prioritaria, dettata da quella che il filosofo definisce la ragione naturale.


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1) Perché per Hobbes non è sufficiente un patto di unione?

Un patto di unione non è sufficiente, poiché la convergenza di molte volontà verso un solo scopo non basta per garantire una situazione sicura e stabile.


2) In che modo si forma uno Stato politico?

Per arrivare a uno Stato politico o istituzionale, bisogna arrivare ad un accordo tra le persone, le quali si assoggettano volontariamente a un’autorità, al fine di garantire la propria sopravvivenza e autoconservazione.


3) Quali vantaggi presenta la monarchia rispetto alle altre forme di governo?

Il filosofo, tra tutte le forme di governo, predilige la monarchia per motivi di carattere pratico che egli sostiene con validi argomenti. In primo luogo non c'è motivo di credere che il re agisca per il proprio interesse privato a scapito di quello pubblico: nessun re infatti può trovare giovamento dalla povertà o dall’insicurezza dei sudditi. In secondo luogo il re può prendere le sue decisioni in totale segretezza, mentre nei gruppi più numerosi, le fughe di notizie che possono portare a dissensi del popolo, sono inevitabili. Infine, il motivo decisivo che deve far propendere la monarchia, consiste nel fatto che in altri regimi, il potere di imporre le leggi non è ascritto a un'unica autorità e dunque si assiste a un continuo esplodere di conflitti che possono sfociare nella guerra civile. Il monarca invece, è unico e non può dissentire da se stesso, spinto da invidia o interesse.

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