Recensione film: Blade Runner

 

Recensione film: Blade Runner


All’inizio di quest’anno abbiamo visto, durante le ore di filosofia, il film Blade Runner del 1982 con Harrison Ford e diretto da Ridley Scott. In primo luogo viene messo in luce in luce il rapporto che c’è tra razionalità (qualcosa di oggettivo) che paragona le emozioni ad una distrazione, ed esperienza sensibile (prettamente soggettiva). In secondo luogo invece, vi è il concetto delle utopie, delle città ideali: dei non-luoghi, dei posti considerati ideali che infatti non esistono. Questo pensiero, viene ripreso da diversi scrittori ed intellettuali, quali Tommaso Campanella nella “Città del Sole”, oppure Francis Bacon in “La nuova Atlantide”. Infine vi è l’introduzione delle nuove tecnologie: l’inizio della fusione tra uomini e macchine, i cyborg. Ciò si riconduce addirittura al mondo della cibernetica di Cartesio (di cui ne è considerato il fondatore), dove esso definisce l’uomo “una macchina con un pilota (la ragione)”. Si può affermare che questo film tragga anche ispirazione dalle idee del filosofo Giordano Bruno, il quale aveva già a suo tempo ipotizzato una visione di mondi infiniti.

Personalmente ho trovato il film molto interessante, sia dal punto di vista filosofico che cinematografico. A mio avviso era un po' complicato da seguire, ma sicuramente si tratta di un film innovativo per gli anni in cui è stato pubblicato. Ne consiglierei la visione, non solo per la storia coinvolgente, ma anche perché come ho già precedentemente illustrato, può essere lo spunto per dei ragionamenti di natura intellettuale.




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